La scoperta dell'acqua "tiepida"
Lo "Spintone" Evolutivo…
Obtorto collo abilitatosi al Telelavoro – intanto domiciliare, poi si vedrà – il Paese sta appena iniziando a sondarne le potenzialità collaterali, quand’ecco dei lesti richiami a garantire lo status quo rischiano di fare più danni di quelli che vorrebbero evitare
Da svariati lustri, ormai, fin da prima che andasse in pensione e solo anni dopo in una vera quiescenza, ho confronti intellettuali con mio padre: ex-dirigente industriale, ex-“tagliatore di teste“, ex-assessore comunale (al Personale), ex-controparte (datoriale) nella contrattualistica nazionale e così via… Fra il divertito ed il laconico sono solito spiegare che anziché portarmi a pesca, prendendo a prestito dall’immaginario cinematografico americano, mi ha edotto sulla sua più spiccata competenza ed abilità: le dinamiche organizzative (anche nella naturale contestualizzazione politica, in senso lato)…
Da almeno vent’anni ci confrontiamo anche riguardo al Telelavoro — dettaglio: quando è stato assessore, Anni ’90, l’ha caldeggiato, ed ancora adesso, sulla soglia degli ottanta, lo considera assolutamente ovvio laddove viabile… — e prevedibilmente il Coronavirus, sin dai primi momenti, è stato un tema caldo pure rapportato al primo: nonostante la quiescenza e la differenza d’età, infatti, entrambi siamo stati consci che l’unica soluzione sarebbe stata ricorrervi, ed il più presto possibile, già ben prima che un DPCM lo decretasse; analogamente siamo stati da subito consci che la carenza di progressività nell’adozione avrebbe causato disagi…
Posso parlare solo per me dicendo che, sollecitato anch’io dallo stato di emergenza, mi sono concentrato soprattutto sulle possibili lacune pratiche dei neo-telelavoratori, sul ritardo strategico delle imprese e sull’imbarazzante approccio normativo. Ora che, bene1 o male,2 il meccanismo va operativamente rodandosi se ne notano gli effetti collaterali, senza dubbio favorevoli, seppur prevalentemente nel medio-lungo periodo,5 pur’io mi trovo a contemplare entità eccessive6 delle mie stesse elucubrazioni futurologiche, tali da costituire significativi problemi nel brevissimo7 ma solo un assaggio delle naturali compensazioni rispetto a questi.8
Volendo tentare un’analogia cinematografica ben più ficcante di quanto potrebbe apparire ben si potrebbe citare la scena cubana di uno dei più recenti Fast & Furious in cui, a causa dell’embargo statiunitense (la siderale lontananza dalla preparedness di questi), a gareggiare sono due scassoni (i paesi europei), fra i quali quello ancora più scassone (il nostro) deve prima essere elaborato alla meglio (agevolazione all’adozione dello “Smart Working” privato all’inizio dell’emergenza) già solo per partecipare; si spera non anche auto-disintegrarsi pur di vincere, poi, la sfida. È chiaro che siamo ben distanti dalla classica muscle car e/o veicolo ipertecnologico che caratterizzano il resto del franchise ma che richiedono tutt’altro che solo parti originali
ed una messa a punto tanto accurata quanto specializzata…
Analogamente, infatti, il cigno nero del CoViD-19 ha richiesto di sovra-alimentare — ma forse si potrebbe anche dire over-clockare — una situazione, quella sull’adozione del Telelavoro, che è immediatamente apparsa per lo scassone che almeno vent’anni di carente messa a punto ci hanno consegnato: capace di un boost, sì, ma a quale prezzo?
Forse da troppo tempo esposto alla malizia di mio padre nel rilevare i retropensieri maliziosi altrui l’ho coniugata con una complementare bona fide. Magari è proprio vero che l’intellighenzia ed i primati hanno continuato ad attribuire al Telelavoro esclusivamente una valenza sociale, a favore di lavoratori con prole e/o famigliari di cui occuparsi o per agevolare una maggior salubrità nel Work/Life Balance, tematiche che, se trattate dilettantisticamente, son buone per un salotto culturale e per solleticare qua e là il potenziale elettorato, ma suonano nelle orecchie dei decisori come “benefit“, quindi se va bene di marginale importanza e se va male assolutamente da evitare: “labor“, in latino, significa pure “sofferenza” ed il Paese è notoriamente ricco di “latinisti“, che si sostengono culturalmente l’un l’altro nonostante le evidenze contrarie di un secolo di teorie organizzative sulla produttività individuale e collettiva…
Tuttavia sempre mio padre mi ha influenzato sull’esigenza d’una diligente rassegna stampa, quantomeno sui temi di mio interesse e di mio interessamento, sicché — prendo ad esempio il caso dello Snowmageddon a Roma del 2010 — trovo, se non già da culpa lata, come minimo sciatta l’assenza di un approfondimento finanche superficiale sul tema a partire dalle contromisure escogitate altrove9 di cui s’abbia notizia,10 preferendovi autoreferenzialmente insistere in un pedissequo citazionismo normativo. Non dico da vent’anni ma quanto si sarebbe potuto fare dal 2010 per non ritrovarsi “in braghe di tela” di fronte ad un qualunque repentino stravolgimento dello “status quo”?
La “foglia di fico” della Telelavorabilità, dopo esser stata pudicamente incollata a tanti, troppi lavori, già nell’arco di alcune settimane è stata, bene o male — come si è detto —, strappata via dall’esigenza di evitare il totale black-out dell’operatività, soddisfacentemente garantita.
Tempo alcuni semestri ed il lavoro privato si adeguerà, seppur elaborando la propria struttura sostituendo le parti originali
con pezzi nuovi o comunque più idonei alla sfida. Il motivo è semplice: se sai già lavorare il Telelavoro ti cambia principalmente la maniera in cui lo fai, non i suoi effetti.11 Quello pubblico, paradossalmente, secondo me si adeguerà anche prima: non esiste altro contesto organizzativo in cui la proceduralizzazione sia tanto propensa, ma così anche la passibilità d’automazione, sicché lo scenario più spiacevole potrebbe manifestarsi dapprima in una ulteriore disintermediazione fra procedure e cittadini/imprese (e.g. comunicazioni telematiche), con vari lavoratori meri “controllori ex post“, e successivamente in una polarizzazione
fra qualificati
ed esuberi di fatto
(pensionandi?).4
Non è la quotidiana operatività lavorativa a dover preoccupare, anzi: chiamati — come invero siamo, per esempio dagli impegni finanziari che ci stiamo prendendo con la UE — a dare un boost alla nostra produttività e dunque al PIL per fugare i rischi di accendere ipoteche sugli anni e le generazioni a venire l’occasione è d’uopo per un rimpasto realmente meritocratico, nelle conseguenze e non, come “si è sempre fatto“, nelle premesse, nella forza lavoro. Sono gli effetti collaterali positivi, a questo punto, a sollecitare maggior attenzione, ed ancor di più i danni collaterali e le ripercussioni che una adozione massiccia di questa modalità — ripeto, senza un percorso di transizione ben governato — può generare sulle città
,12 tenendo altresì conto di non mortificare i primi mentre si porta avanti una exit strategy ormai irrinunciabile, nondimeno inoccultabile, sui secondi…
Sarebbe sperabile che al percorso di transizione ben governato
invocato dal Sindaco di Milano, che ha aggiustato il tiro rispetto alle infelici dichiarazioni di qualche giorno prima,13 non corrisponda soltanto il mero ripristino tout court dello status quo antecedente a mesi e mesi di homeshoring dei comunali meneghini, che oggi suonerebbe come una vera e propria restaurazione degli interessi economici di tutto l’indotto commerciale, che con l’accentramento di persone dalle periferie non solo garantisce occupazione ma ha vieppiù corroborato spunti per la speculazione, a danno di quelli che Sala definisce i più deboli
. Iniziando, tuttavia, dai lavoratori, pubblici o privati, indotti da questo stesso accentramento (geografico) a sostenere spese solo nelle ultime decadi diventate oggettivamente evitabili (con la remotizzazione) ma che già da prima, sotto l’egida di un mercatistico laissez-faire, si erano gonfiate trasformando il legittimo e meritorio “rapporto Qualità/Prezzo” in un legittimato ma meno meritorio “rapporto Centralità/Prezzo“, a sua volta inquinato, in termini di Concorrenza, dalla rendita di posizione: tendenzialmente immutabile nonché perciò conservatrice, protezionistica, a discapito della salubrità dello stesso Mercato…
Il Telelavoro, di fatto, ci sta facendo scoprire che certe abitudini che ritenevamo inossidabili e soprattutto ineluttabili altro non erano che “bolle speculative” per troppo tempo mantenute. Sarebbe naïf, controproducente e pericoloso imporre alle persone di sottostarvisi di nuovo, in assenza di garanzie sulla programmazione di eque contropartite fin dal prima possibile…
Tutt’altro che naïf, ed invece senza dubbio assai ponderata, l’altra invocazione di Sala per un possibile ripensamento adeguato ai tempi, dei diritti e dei doveri in generale. Forse di un nuovo Statuto dei lavoratori
, a riprova che il lavoro pubblico sia già percepito come solo una parte della sfida da affrontare.14 Non vorrei risultare troppo ottimista od in bona fide ma se un domani venisse sancita la integrazione del Telelavoro nella Legge 300, superando l’accessorio contrattuale qual finora è stato (costretto ad essere), dovremmo riconoscerne il merito a questa precipua scintilla. A suggerire qualche scetticismo, invece, l’aspettativa che non sia superato il regolatorio astrattismo previsionale finora riservato alla questione, laddove il percorso di transizione
, cioè la citata strategia d’uscita (dall’induzione a spendere di più rispetto al rapporto qualità/prezzo), andrebbe governato
considerando, sì, i tempi di adattamento dell’indotto commerciale ed occupazionale attuale, ma anche che questi tempi verranno finanziati dalle tasche dei lavoratori e dall’indotto commerciale ed occupazionale in pectore (geograficamente re-distribuito), ovvero da un efficientamento
sempre produttivo delle spese, e, last but not least, le prospettive a medio termine sulla profilassi sanitaria,1516 rispetto alle quali non si potranno avere amnesie sul ruolo del Telelavoro in funzione del distanziamento sociale.17
Va a mio avviso ripreso, rielaborandolo, il concetto ben espresso dall’hashtag internazionale #FlattenTheCurve per il contenimento del contagio entro i limiti di sostenibilità dei sistemi sanitari, comunque ben sapendo che il virus, più che evitato, avrebbe dovuto essere endemizzato, fino ad arrivare almeno alla immunità di gregge. In questo caso la sostenibilità è la situazione di diversi comparti economici
mentre la curva il tempo per riorganizzarsi, a provare a reinvestire nella propria attività e adeguarla ad un nuovo modello
, inziando con un taglio all’incidenza della locazione sui prezzi finali e1819 e continuando coll’accompagnamento verso una progressiva accettazione della dispersione geografica del lavoro, a fronte di una riappropriazione degli spazi urbani da parte della cittadinanza (e del turismo). Tenendo conto che la pandemia ha solo accelerato
20 fenomeni noti21 ben più complessi e macroscopici e che non si può né dunque si deve prescindere da una digitalizzazione dei lavoratori, con tutto ciò che questa potrebbe comportare…
…Che poi, oltretutto, la traccia per imbastire questa progressività è già bella che pronta, testata, ed è stata già usata per diffondere culturalmente il Telelavoro dal lavoro pubblico a quello privato: la normativa statiunitense a riguardo. I differenti tipi di Telelavoro che contempla — in ordine di episodicità: “emergenziale” (e.g. pandemico), “unscheduled“, “medico/igienico“, “situazionale” ed infine “di routine” — sarebbero perfettamente adattabili all’esigenza di governare la transizione poco a poco, ma almeno iniziando,22 anche in termini legislativi.
A meno che non avesse avuto sempre ragione mio padre ad essere più malizioso…
Note
- D’Acunto, Elena & Pozzi, Federico. (). Effetto Smart Working (a Piccole Dosi): si Vive e si Lavora Meglio. Il Sole 24 Ore — Econopoly;
- In maniera molto sintetica e grossolana: il dichiarato nonché verosimile elevato ricorso alla comunicazione costante fra le persone ( "Telelavoro Sincrono" ∴ "Work From Home"), che è naturale dei contesti ad alta innovatività o creatività, nei quali i colleghi devono fare dell'intero più della somma delle singole parti, almeno dalla cronaca (anche politica) parrerebbe così ineluttabile in tutti i contesti da far insorgere (almeno) due sospetti: che si tratti di una scusa per dissimulare il tradizionale controllo sulla presenza dei telelavoratori, anche al di là delle previsioni normative di flessibilità spazio-temporale, oppure, data la profonda diffusione finanche nei contesti più generici (e.g. terziario non avanzato) e/o tradizionali (e.g. servizi della PA), che sovente il singolo lavoratore non sia portatore di sufficiente professionalità — o, peggio, di sufficiente autonomia attribuitagli dalla propria struttura organizzativa — da poter perfezionare individualmente un'attività nella sua interezza,3 restando, quindi, rigidamente "co-dipendente" dalla com-presenza fisica o virtuale dei colleghi di pari o differente livello;4
- Pelligra, Vittorio. (). Lavoro, per renderlo davvero smart servono più autonomia e meno controllo. Il Sole 24 Ore;
- Verbaro, Francesco. (). Così lo Smart Working Divide in Due la PA: i Dipendenti Qualificati e gli Esuberi di Fatto. Il Sole 24 Ore;
- D'Alessandro, Jaime. (). Dallo Smart Working al South Working. "Per Lavorare a Milano Vivendo a Palermo". La Repubblica;
- Marini, Andrea. (). Coronavirus, l’Altra Faccia dello Smart Working: nel Centro di Roma per i Negozi Incassi giù del 90%. Il Sole 24 Ore;
- Catalano, Lidia & Luise, Claudia. (). Il Centro di Torino Stravolto: un Lavoratore su Tre non va più in Ufficio. La Stampa — Torino;
- Benna, Christian. (). A Torino con lo Smart Working Torna la Vita di Quartiere. Corriere Della Sera — Corriere Torino;
- Congress, U.S.. (). Telework Enhancement Act of 2010. In 111th Congress, HR (Vol. 1722);
- Smoot, Kelly Marshall. (). Government to Expand “Unscheduled Telework” When It Snows. CNN (Cable News Network) Politics;
- Querzè, Rita. (). Smartworking, la tentazione delle aziende: lavoro da casa per ridurre i costi. Corriere Della Sera;
- Sala, Giuseppe. (). Lo smart working? Grande occasione: ma è tempo di riprenderci la vita. Corriere Della Sera (lettera al Direttore);
- Redazione Economia. (). Il sindaco Sala: «Stop a smart working, torniamo al lavoro. “Effetto grotta” è pericoloso». Corriere della Sera;
- Cavalieri, Lorenzo. (). Smart working? Fantastico, ma con qualche problema ancora da risolvere. Il Sole 24 Ore;
- Dusi Elena. (). Coronavirus, Oms: "Il peggio deve arrivare". Un team in Cina per indagare sulle origini del virus. La Repubblica;
- Redazione Salute. (). Cina, scoperto nuovo virus influenzale potenzialmente pandemico. La Repubblica;
- World Health Organization. (). Considerations for Public Health and Social Measures in the Workplace in the Context of COVID-19;
- Pandolfini, Valerio. (). Contratti di Locazione Commerciale: Rinegoziare il Canone ai Tempi del Coronavirus. Il Quotidiano Giuridico;
- Savelli, Fabio. (). La Proposta per gli Affitti Commerciali: Cedolare Secca al 10% Riducendo il Canone del 25%. Corriere della Sera;
- Smit, Sven, Tacke, Tilman, Lund, Susan, Manyika, James & Thiel, Lea. (). The Future of Work in Europe. McKinsey & Company;
- World Economic Forum. (). The Future of Jobs: Employment, Skills and Workforce Strategy for the Fourth Industrial Revolution. In Global Challenge Insight Report, World Economic Forum, Geneva;
- Esposito, Marco. (). Statali, si Torna in Ufficio: Smart Working su Progetto. Il Mattino.